Enotria nasce dall’idea di Michela, mia moglie, che ha visto in me le giuste qualità per poter svolgere questo lavoro, almeno credo sia questo il motivo, ma potrei anche pensare che forse voleva semplicemente tenermi fuori casa il piu’ possibile, , o magari farmi sentire a casa anche quando sono a lavoro.
Enotria nasce poi da mezzo secolo di esperienza nella gastronomia di mio padre, un uomo cresciuto nella classica “putiha” di paese, mosso dalla sua passione e conoscenza dei salumi e dei formaggi, e anche del vino che ha prodotto per anni nella vigna di mio nonno, quello stesso vino che come molti viticoltori locali definiva “speciale”, ma che di speciale aveva solo la passione che lo spingeva a produrlo, la sete che lo spingeva a berlo, mentre quanto al gusto, beh, ho deciso di aprire un’enoteca e di andare alla ricerca di vini che di speciale avevano anche quello.
Enotria, infine, nasce dalla mia voglia di fare qualcosa di nuovo ma nettamente ancorato alle tradizioni, quelle del buon cibo e del buon vino, la condivisione e la trasmissione dei valori della buona tavola con gli altri, che siano i miei amici o i miei ospiti, ai quali basterà entrare per sentirsi subito a casa propria, ed un bicchiere per sentirsi già amici.
Questo è il luogo di tutti, dove si sta in armonia, dove anche il vino più pregiato può essere bevuto senza troppa filosofia. Dove il vino torna al popolo e diventa convivialità, senza troppe sofisticazioni, con semplicità e normalità, come la storia di questo nettare ci insegna.
Perché Enotria? ho scelto questo nome dopo la prima lezione del corso da Sommelier che ho entusiasticamente frequentato e portato a termine con la Fondazione Italiana Sommelier Calabria, e a cui devo tanto, forse tutto quel poco che so sul mondo del vino.
Non sono un amante della teoria, preferisco la pratica, preferisco il racconto del palato a quello delle etichette, e credo fortemente che il vino, anzi, i vini, vadano assaggiati e ascoltati, e ogni vino assaggiato potrà raccontare cose diverse ad ognuno di noi. Le emozioni saranno diverse, perché il vino racconta un momento, una storia, un’emozione, appunto.